Rifletto.
Rifletto su cose che non ho verificato ma che comunque mi danno da pensare.
Rifletto sulle due tragedie di lunedì scorso.
Rifletto sul fatto che tutto sommato a Bologna i soccorsi (che sono pubblici: ambulanze, vigili del fuoco, polizia e carabinieri, e protezione civile) hanno funzionato, e soprattutto nei primi minuti sono valsi (non senza sacrifici di singole persone che hanno “semplicemente” fatto il loro dovere) a evitare un bilancio umano che potenzialmente avrebbe potuto essere ben peggiore.
Rifletto sui corpi lasciati tra i rottami di un furgoncino accartocciato sotto gli occhi di chi forse per mestiere forse per altro che non voglio sapere, comunque non si è lasciato scappare l’occasione di fotografare e filmare la carneficina, salvo poi vederla pubblicata con le opportune bollinature per evitare di essere troppo “crudi” (o forse crudeli ?).
Due pesi e due misure ?
Forse no, forse solo coincidenze; o forse sì ?
Forse siamo abituati a dare per scontato l’intervento dell’ambulanza e dei Vigili del Fuoco, ma non ci sfiora la consapevolezza che altrove non è così e anche qui da noi non fu sempre così, che non è detto che sarà sempre così e che se vogliamo che sia così anche quando saranno i nostri figli o nipoti ad averne bisogno (anche no, ovviamente… ma chi può saperlo ora?) dobbiamo fare in modo che le conquiste fatte nel tempo e con i sacrifici (di altri prima di noi) non diventino solo abitudini ma valori per i quali impegnarsi di persona, ciascuno per come può, magari anche solo con meno inutili critiche e un po’ più di impegno personale, anche solo per “conoscere” e capire.
Forse, mentre diamo per scontato ed assodato che ambulanze e pompieri devono esserci e devono intervenire in tempi brevi e in modo efficace, diamo anche per scontato che quando andiamo al supermercato, i pomodori devono essere italiani, devono essere freschi e devono costare poco, anzi meglio pochissimo e non pensiamo minimamente a quali privatissime speculazioni ci stanno dietro; dalle società private della grande distribuzione che fissano i prezzi delle merci in base a logiche di mercato e (forse) di libera (?) concorrenza (comunque non in base al valore del prodotto e certamente non in base al valore delle vite e del lavoro che c’è dietro a ciascun pomodori); alle organizzazioni criminali che senza alcuno scrupolo speculano sul lavoro altrui, dove “altrui” normalmente non implica persone ma solo cose o animali, perchè quelle che dovrebbero essere considerate persone non sono in grado neppure di far valere questo minimo semplice e fondamentale diritto: quello di essere considerate persone.
Sarà perché vedere le immagini dei lavoratori neri che raccolgono i pomodori mi ha ricordato che non molto tempo fa (non sono né decrepito ne centenario) per prendere i pomodori che servivano per fare la conserva, non andavo al supermercato, ma andavo con il nonno in bicicletta nei campi a “spigolare” i pomodori rimasti sulle piante dopo il raccolto e tornavamo a casa con una sporta di plastica per manubrio piena di pomodori; e non ero triste o vergognoso perché “è roba da poveri” ma ero contento perché avevo passato una giornata con i nonni a raccogliere i pomodori e a fare la conserva.
Non era certamente cosa di cui vergognarsi nelle nostre campagne, ma un modo per non sprecare “quel ben di Dio”.
Non era questione di essere poveri o ricchi ma questione di saper dare valore alle cose, al tempo e alle persone.
Ora, ricordata con la testa di un adulto, una grande e ormai perduta opportunità educativa, rimpiango quel mondo, ma nel modo in cui rimpiango di non essere più quel bambino in bicicletta dietro a nonno che mi incitava dicendomi “ Stefano, arcôrdet sèmper che par magnêr bisógna gramêr ! … grêma che se nó a fèn not’ !” (Traduco per gli extra bolognesi: “ Stefano, ricordati sempre che per mangiare bisogna “pedalare” … pedala, che se no facciamo notte !) … e io pedalavo ! E ne ero contento !
So anche che tutto ciò non ha apparentemente un nesso diretto ma che sono solo riflessioni di una mattina di agosto … e forse non interessano nessuno o forse a qualcuno si e magari non è d’accordo oppure ha avuto sensazioni simili o ricordi analoghi …
Stefano
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